Situato nella Tuscia laziale, in provincia di Viterbo il Sacro Bosco di Bomarzo, meglio conosciuto come Parco dei Mostri è un luogo circondato di mistero e di fantasia atipico e che ha ispirato nel tempo artisti e letterati.
Un mondo fantastico tutto da scoprire il cui percorso è caratterizzato da enigmi da risolvere ma anche di conoscenze nuove che vanno al di là della semplice visita guidata. Nel parco si trovano più di 500 statue che rappresentano mostri mitologici in pietra ma anche oggetti atipici che invitano alla riflessione e alla ricerca di se stessi.
Un parco fantastico realizzato dall'architetto Pirro Ligorio su commissione del Principe Pier Francesco Orsini che ne delegò anche i messaggi e gli indovinelli che accompagnano il visitatore nel corso della visita.
Un posto davvero speciale, patrimonio della cultura italiana che per molti secoli, circa 400 anni, fu trascurato e tenuto nascosto: fu rivalutato solo in un secondo periodo dalla famiglia Bettini che recuperò con restauri e lavori quello che oggi possiamo ammirare.
Il parco di Bomarzo è chiamato anche Bosco Sacro o Bosco Iniziatico e questo perché è ricco di simbolismi e di messaggi enigmatici voluti dal principe Orsini per coinvolgere il visitatore in un contesto surreale quasi magico e legato ad un mondo come per esempio quello dei tarocchi che secondo alcune ricerche era molto caro al nobile.
Le tante statue di pietra presenti nel parco, apparentemente mostruose invitano alla riflessione e alla curiosità e stimolano un’attenzione particolare anche nei confronti del visitatore che si sente coinvolto in un mondo fantastico ma anche sentimentale.
Curioso in particolare l’edificio costruito su una pietra che pende verso una direzione, l’ingresso provoca nel visitatore una sorta di coinvolgimento ottico e di prospettiva davvero speciale e innovativo rispetto ai tempi di riferimento. Il mistero che coinvolge il parco di Bomarzo, nonché la sua originalità è soprattutto legata alla magia.
Vi sono inoltre rappresentati alcuni elementi esoterici come la lettura dei tarocchi: ad esempio la cartina racchiude un percorso tarologico.
Il sacro parco è considerato d’ispirazione per la realizzazione di un altro parco poco distante territorialmente da quello viterbese: il Giardino dei Tarocchi che riproduce in modo davvero anomalo i simboli dei 22 arcani maggiori che compongono il misterioso mazzo.
Il giardino che è un tributo di colori riproduce in forma gigante i simboli dei tarocchi utilizzando materiali che vanno dalla ceramica al vetro e il ferro.
Questo spazio realizzato da Niki de Saint Phalle, che ispirato proprio dal misterioso Bomarzo, volle dare vita ai tarocchi nella loro forma tridimensionale con l’unico scopo di sorprendere il visitatore.
Esoterismo, arte ma anche fantasia coinvolgono in un percorso che per volontà del suo creatore non deve essere guidato. Lungo il tragitto ai piedi di ogni carta vi sono messaggi e enigmi che esprimono appieno il mistero legato al mondo incantato dei tarocchi.
Un luogo quello del Giardino dei Tarocchi davvero particolare che lascia ampio spazio alla fantasia e al coinvolgimento individuale in una realtà che in passato è stata troppo spesso contestata e criticata.